(Autoproduzione) Sono passati ben otto anni dal debutto omonimo dei Christ Dimembered, un album che aveva convinto un po’ tutti gli amanti del black metal più tradizionale, grazie ad un approccio senza compromessi, unito ad un retaggio thrash in grado di rendere ancor più grezzo e ruvido l’impatto delle composizioni. La band australiana si ripresenta ora con un album nuovo di zecca che, pur rimanendo fedele al black metal più oltranzista, presenta un sound più pulito e nitido grazie ad una produzione decisamente migliorata rispetto al debutto, ma anche per merito di un approccio in parte diverso, con la componente thrash ridotta all’osso, prediligendo uno stile molto più svedese rispetto al passato. Il riffing ora è più violento, brutale e gelido, sebbene non manchino di tanto in tanto alcuni spunti melodici, quel tanto che basta per rendere i brani insospettabilmente catchy, un po’ come i migliori Marduk e Dark Funeral -giusto per rimanere in Svezia- con qualche spunto che richiama i primi Satyricon. Con tali fonti d’ispirazione non possiamo certo aspettarci qualcosa di innovativo, eppure i brani sono ottimamente concepiti e non faticheranno ad accontentare gli amanti del black più viscerale.

(Matteo Piotto) Voto: 8/10