(Autoproduzione) Progetto solista del polistrumentista ucraino Yevhen Kucherov, i Chur offrono un pagan con voce pulita e dalle feconde contaminazioni. Vediamo allora la scaletta, che conta dieci brani e una bonustrack. “Goddess” è subito un folk metal che prende elementi dal Mittelalter Metal tedesco e lo fonde alle atmosfere delle steppe, per un risultato assai evocativo. La titletrack ha un ritmo indovinatissimo, arcaico eppure coinvolgente: una specie di incontro fra i Morgenstern e i Tengger Cavalry, senza le durezze death dei secondi. Un folk più pacato per “Paradise”, a tratti ipnotica e sciamanica “Tyra”; altro ritornello cristallino per l’eccelsa “Dancer”, dove gli strumenti tradizionali hanno ampio spazio. Ha un che di trionfale “River”, molto alla Skyforger, ma uno dei brani migliori è certamente “Битва під Конотопом” (‘La Battaglia di Konotop’), capace, sempre senza esagerazioni extreme metal, di disegnare scenari epici e suggestivi: in pratica è come se gli Arkona eliminassero gli influssi death dal loro sound! Yevhen si concede anche una outro strumentale di ben sei minuti, che chiude con grazia un disco interessante per i fan del pagan/folk più tradizionale. Per chi se lo sta chiedendo, Chur è un dio protettore delle antiche popolazioni slave.
(René Urkus) Voto: 7,5/10