(Season of Mist) Dopo vari ascolti non posso togliermi dalla testa un’associazione diretta: Cloak – Tribulation. C’è di fatto una similitudine tra le due band… entrambe impegnate in un black che non è un black, con tinte death che non è un death… il tutto in chiave rock pesante, molto pesante. I Cloak sono americani e sono al debutto: quasi un’ora di musica di alto livello, ben suonata, ben registrata e molto coinvolgente. Songwriting di qualità, intenso, il quale da vita ad un rock marcio, tetro, pesante, melodico ma sporco e dominato da un growl graffiante, forse la principale connessione con i colleghi svedesi sopra citati. Con i colleghi citati c’è anche un qualcosa relativo all’immagine: entrambi con un logo dallo stile decadente, entrambi con look oscuro ma certamente non appartenente agli ‘standard’ black/death… un look che nel caso dei Cloak denota una palese variante molto ‘americana’, molto southern, molto hard rock, un rocker del deserto in chiave nordica, una impostazione che regala originalità al contesto musicale nel quale si collocano. Tagliente “To Venomous Depths / Where No Light Shines”: linee di basso rock con melodie melodic death ed un singing decadente. Malinconica ma anche aggressiva “Within the Timeless Black”. Trionfale “The Hunger”. Suggestiva “Death Posture”. Interessante il risultato dell’amalgama tra hard rock e death metal su “In the Darkness, the Path”, un brano che genera sensazioni strane capaci di dare una marcata identità alla band. Elettrizzante “Forever Burned“. Epica e teatrale la lunghissima conclusiva “Deep Red”. Ottimo debutto, ottimo album. Una band che prende spunti sia dal Nord Europa che dalla strip di Los Angeles, passando per il territorio dei Motörhead e spaziando tra i meandri del death metal della Florida. La somma di questi fattori non porta ad una copia di idee, anzi, piuttosto alla creazione di un qualcosa che piace, attraente, capace di suggerire ascolti impegnati ma anche superficiali, dando una bivalenza artistica alla band, garantendo divertimento in un contesto originale, stimolante e molto identificativo.
(Luca Zakk) Voto: 8/10