(Listenable Records) Nel giro di tre anni i fiamminghi Cobra The Impaler hanno pubblicato due album ed entrambi per la francese Listenable Records. La band di Gent si dimostra una piacevole se non ammirevole realtà in fatto di metal perché riesce nel proprio stile dai principi prog a fondere classic e modern metal, con sfumature dunque thrash, heavy metal e qualcosa tra il metalcore e il grunge. Soprattutto però nelle linee heavy metal i ragazzi del Belgio svelano ascendenze dei Megadeth più melodici, soprattutto con certe polifonie delle sei corde e qualcosa degli Alice In Chains più aspri e dirompenti. Difficile dare una coordinata definitiva sullo stile dei Cobra The Impaler, però il loro suonare è certamente frutto di più situazioni che vengono alla fine limate con cura e tanto da diventare poi un qualcosa di supremo. I Cobra The Impaler sono melodicamente abili, il cantare di Manuel Eiremmer fornisce quel dualismo tra heavy, metalcore/nu metal e grunge, sintonizzandosi sulle andature dei pezzi che per l’appunto possono essere agili e incalzanti come il metal più classico e più pesante di sempre o spedito e d’impatto come nel thrash/metalcore dalle tendenze moderne. “Karma Collision” enuncia dell’old style che pur si percepisce nelle pieghe dei pezzi, ma il punto è che la band riesce ad arrangiare così bene le sue canzoni dandole più soluzioni, stili e sfumature. Sia dal punto di vista del riffing che del comparto ritmico. “Karma Collision” può essere un passaggio tra intrichi e breakdown e un ribaltamento su andature basse, melodiche che spezzano quel simil-technical metal. Dunque, i punti più affascinanti sono certamente le interazioni tra le due chitarre, sia negli assoli con l’accompagnamento della ritmica, sia nelle polifonie o nei giochi di tapping, infine il solido, energico e puntuale accompagnamento ritmico. In più c’è un cantante che sa sbrigarsela in ogni situazione di stile.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10