(Mausoleum) Nonostante l’iconografia power, gli scozzesi Code of Silence suonano un hard rock cristallino (ma pur sempre in buoni rapporti con l’heavy metal). Il loro debut è un concept sulle crociate e vede la partecipazione di due volti abbastanza noti: al microfono il brasiliano Gus Monsanto, che molti di voi conosceranno per le sue collaborazioni con Timo Tollki, e alla chitarra solista Ben Randall, ex-Power Quest. L’opener “Bitter sweet Paradise”, che non brilla certo per originalità, è un po’ una falsa partenza; molto meglio l’energica “Sky is falling down”, della quale è disponibile anche il video. “Tame the Tempest” ha, devo dire, qualche lungaggine, ma la titletrack indovina il ritornello che si memorizza dopo due passaggi in stereo, e il finale è sicuramente di gran classe. Ravviso poi, devo essere onesto, un calo quasi verticale al centro del disco: i pezzi si succedono in maniera decisamente banale, senza che nulla risalti all’ascolto. Andiamo allora direttamente alla conclusione: “Knights of the crimson Cross” è poco più del proprio godibile ritornello, e solo “Midnight Cathedral (Veritas)” tenta di vivacizzare un po’ la situazione con un Monsanto maggiormente espressivo e versatile, e con un qualche parte di piano in più. Tirando le somme, “Dark Skies over Babylon” arriva probabilmente a meritare la sufficienza per la bellezza di qualche singolo episodio; preso nella sua totalità, si presenta purtroppo come un disco di maniera e con diverse pecche abbastanza evidenti.
(Renato de Filippis) Voto: 6/10