(Cimmerian Shade Recordinga) Pura asfissia. Atmosfera inquietante. Morte ed estinzione. Arriva al secondo capitolo la one-man-band inglese Cold Crypt, e questi oltre cinquanta minuti sono la rappresentazione del freddo glaciale, del vuoto, dell’oscurità. Concetti appartenenti ad ambienti e mondi non ubicati sul pianeta terra, ma evidenziati da una esaltazione della morte terrestre, della discesa agli inferi. Coinvolgente “Astral Death”, mentre marziale e massacrante “Slaughtered By Gender”. Un aumento mostruoso del fattore oscuro, criptico, soffocante con “Her Plague is Man”, che diventa pura divagazione ambient horror su “Fractured Fears”, dove scenografie cinematografiche prendono il posto della musica. Un concetto deviato, immondo e malato terminale di melodia appare su “Something Empty” mentre la conclusiva title track scatena paure ed un senso di ansia. Non è un album originale, e l’influenza di progetti quali Xasthur si sente in forma importante. A volte troppo scontato, o basato su un eccesso di drone e distorsioni, risulta tuttavia un viaggio alterato verso dimensioni che trasudano sofferenza e malattia. Imperdibile per gli amanti del lato più violento dell’ambient black metal.
(Luca Zakk) Voto: 6/10