(Les Acteurs de L’Ombre Productions) È glaciale il sound degli svizzeri Cold Cell, giunti al quarto album in un decennio di esistenza. Glaciale ma meravigliosamente atmosferico, oltre che ricco di tecnica e progressioni tutt’altro che scontate. I brani sono un black metal coinvolgente, capace di abbracciare tendenze depressive, teatrali e pure con quel sentore apocalittico tipico del black francese, sempre con una imprevedibile evoluzione dietro l’angolo, inchiodando l’ascoltatore, ipnotizzandolo e avvolgendolo. Stupenda la opener “Scapegoat Season” con le guest vocals di Frederyk Rotter (Zatokrev, Crown, guest anche sul brano di chiusura): un lungo intro tra il folk ed il rituale evolve verso superlativi arpeggi oscuri prima di esplodere in un assalto frontale cinico e siderale, il quale si contorce, evolve nuovamente, facendo convergere diverse teorie e dando vita ad un brano immenso con un testo capace di descrivere il male dei nostri giorni. Il tremolo su “Those” crea dissonanze poderose le quali penetrano nel cervello con irriverenza, “Open Wound” genera un sublime contrasto tra linee vocali, riff e chitarra solista. Provocante la bellissima “Armoured In Pride“, lacerante “Greatest Of All Species”, una canzone inquietante sia musicalmente che per quanto riguarda il testo sprezzante nei confronti dell’umanità, mentre “Back Into The Ocean” sorprende con l’evoluzione atmosferica, un brano tendenzialmente non veloce, con linee vocali variegate (anche corali) ed un ambientazione circondata da arpeggi supportati da un drumming indovinato e ricco di dettagli. Totale disperazione sulla conclusiva “No Escape”, brano con un immenso contrasto tra una chitarra drammatica ma pungente e le linee vocali strazianti. È “…chi non si muove non si accorge di avere le catene.” (ndt), l’ultimo verso di questo album magnetico e travolgente, con testi di altissimo livello, ricercati, intelligenti, oscuri ma descrittivi. Arrangiamenti capaci di sonorità molto carnali ma allo stesso tempo spinte da glaciali venti cosmici. Un susseguirsi di evoluzioni, di crescendo, di esplosioni estreme, di divagazioni spiritualmente introspettive, un insieme di elementi devastanti che danno vita ad un viaggio dentro e fuori la coscienza umana, l’esistenza umana, la decadenza umana. E l’inevitabile sua fine.
(Luca Zakk) Voto: 9/10