(Spectrastral Records) Progetto quasi in solitaria del musicista bulgaro Angel Angelov, che si avvale di session men per alcuni strumenti e per la voce, i Colobar si affacciano sul mercato europeo con il loro progressive metal raffinato e dreamtheateriano. Dell’opener “A Change of Ages” convince soprattutto la chitarra shred, che da vita a un giro subito memorizzabile. La titletrack è l’unico brano di una certa lunghezza (sfiora i dieci minuti), ma si risolve in una serie di episodi abbastanza slegati fra di loro. Largo spazio alle tastiere in “Timeline”, mentre “Secrets” e “The Way out” si aprono maggiormente alla sperimentazione presentando anche qualche spunto jazz – pur se i brani restano sempre un po’ scollati. Insomma, “Behind the Veil of Oblivion”, pur mostrando le indubbie capacità di Angelov, è un disco prog che non si sottrare al più comune difetto di queste uscite: quello di stupire a tutti i costi con i virtuosismi e digressioni che non sempre giovano alla struttura dei brani.
(Renato de Filippis) Voto: 6/10