(Pest Records) La nuova band di Florian Reimann, vocalist apprezzato nei Destillery e ben capace di esibirsi su registri dickinsoniani, si affaccia sul mercato con timidezza, una copertina anonima, un package promozionale essenziale… ma i brani di questo debut hanno grinta ed heavy metal da vendere! Un onesto riff heavy/power alla tedesca ci accoglie in “Burn’Em”, ma stupisce più che altro la riuscita di un ritornello non facile. Ruvida “Emerge”, poi “Prisoners of Time” e “Stones” sono due brani molto simili (entrambi due galoppate power con qualche accenno NWOBHM), ma arricchiti in modo diverso da due ‘digressioni’ che rompono piacevolmente lo schema. Oscura “Kingdoms Prayer”; talora i nostri si avvicinano anche al thrash, come in “River of Life”, o a sonorità che qualcuno definirebbe groove metal (con “Sarah’s Heart”), ma sempre con buoni risultati. Si chiude con la ballad acustica “Shadows”, forse – in confronto al resto del disco – troppo esile, ma in grado di permettere a Florian di esibirsi su altri registri. Una sorpresa che meriterebbe maggiore visibilità.
(René Urkus) Voto: 7,5/10