(AFM Records) Sempre bello vedere nascere e crescere un nuovo gruppo musicale, specie quando questo ha davvero qualcosa da dire di nuovo nel panorama mondiale. Per pochi gruppi ho avuto così tanto entusiasmo al loro esordio come l’ho avuto per i Communic, a memoria mi viene solo un altro illustre esempio, ossia i Masterplan. Ben quindici anni sono passati dal loro esordio, ed ecco che siamo qui a recensire il loro sesto album, dopo tre anni dall’uscita del precedente album (recensione qui) e devo dire che non posso che accogliere calorosamente il ritorno dei nostri verso le sonorità che me li hanno fatti amare alla follia. Dopo il passo falso di “The Bottom Deep”, cui già il suo successore aveva parzialmente messo una toppa, qui i norvegesi tornano finalmente sui loro passi. Se da un lato pagano leggermente dazio ad una certa ripetitività nei suoni (c’è chi lo chiama stile…), dall’altro lato si possono apprezzare nuovamente le metriche contorte e le strutture canzoni lunghe ed articolate. La voce è tornata finalmente più passionale e sentita rispetto ai due lavori precedenti, con un comparto tecnico che si cimenta in pezze a tratti insolitamente veloci per chi li conosce bene. Non mancano i soliti ‘lentoni’ come “Soon To Be” e “Born Without A Heart”, prova di una costante ricerca e sensibilità sonora che mai ha abbandonato il gruppo. Forse proprio la prima delle due è la canzone che più ricorda i compianti Nevermore nell’impostazione di voce, gruppo verso cui i nostri non hanno mai nascosto una profonda ammirazione. Un disco che vede i norvegesi tornare finalmente alla ribalta, anche se sembra che qualcosina manchi per la definitiva riquadratura del cerchio. Per il momento, ben tornati…
(Enrico Medoacus) Voto: 9/10