(Autoproduzione) Basterebbe il nome del progetto a descrivere l’album… Dopo un’intro strumentale, molto lontana da qualsiasi genere o sottogenere metal, ecco arrivare dei suoni di natura dormiente che poi esplodono in un black piuttosto magniloquente e solenne, con un cantato molto profondo e una varietà di suoni impressionante. Non siamo in territori completamente pagan, né completamente black, né tantomeno death, né ancora folk. Eppure questi quattro elementi si mischiano sapientemente in un connubio molto elegante, orecchiabilissimo, per certi versi risultando quasi involontariamente doom. Per essere un’opera autoprodotta, con un gusto spiccato per la melodia, siamo di fronte ad un lavoro completo, maturo, in cui la scrittura e l’esecuzione dei brani trasuda dedizione e amore per il proprio lavoro.
(Enrico MEDOACUS) Voto: 9/10