(Autoproduzione) Ecco uno split creato con due band francesi. Corbeaux è una band post rock e l’iniziale “Airpaint” lo conferma. Un pianoforte che crea una introduzione e poi la struttura del brano che pian piano monta, cresce, esplode e poi abbassa nuovamente i toni, attraverso un arpeggio soave e sfumature di chitarra che contribuiscono a creare un’atmosfera emotiva. Poi nuovamente un crescendo robusto e quasi metal. 28 Jours Plus Tard” propone delle linee leggermente retrò e soprattutto melodie strutturate su arpeggi in momenti quieti e supportati a più riprese da tappeti di tastiere. La canzone nei momenti più “chiassosi” è di stampo post rock, ma buona parte dei 4’ totali sono un susseguirsi di chitarre e tastiere docili che rendono il tutto molto vicino alla fusion. I Volte Face si presentano con “Blade Runner”, canzone che possiede dei synth interessanti perché sviluppano un’atmosfera in stile prog rock anni ’80. Echi dei Mogwai nel fluire del brano, ma anche squarci tra gli Yes e J.M. Jarre, per delle tastiere e fraseggi delle chitarre che in buona sostanza rispecchiano il significato futuristico del titolo del pezzo. Della canzone “In Another Life” si potrebbe quasi pensare che il brano, nei primi 2’, è un derivato di Alan Parson, con quell’attacco armonico di basso e chitarre. Nella canzone si presenta qualche breve escursione post rock, alternata ad ampie melodie docili delle chitarre contornate da tastiere di grande effetto. A tratti il riffing delle chitarre cariche di delay e con l’eco, rendono alcune situazioni (in particolare nelle ultime due canzoni citate) di stampo Pink Floyd o comunque della chitarra di David Gilmour. La title track chiude l’album ed è stata realizzata in studio in presa diretta grazie allo sforzo comune di ambedue le band. Attraverso un refrain (anche in questo caso di stampo Alan Parson) che penetra nel cervello, si ha poi uno sviluppo di prog che si insinua nell’intera composizione, la quale offre i suoi contenuti momenti post rock. Dunque uno scenario dallo stile vintage e contemporaneamente sperimentale e moderno. Davvero un punto di incontro. Canzoni totalmente strumentali che permettono uno sviluppo melodico, il songwriting delle due band francesi tiene conto di questo. Per affinità mi sento più attratto dai Volt Face e quel loro rievocare sonorità nobili, ma ai Corbeaux voglio e debbo riconoscere strutture armoniose e in grado di restituire melodie interessanti. Lo split denota grazia e l’estro di musicisti che ricercano l’approccio migliore in ogni brano.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10