(Metallizer Records) Avevo recensito, qualche tempo fa, un disco dei Corners of Sanctuary (QUI), e non ne ero stato particolarmente colpito: con “Metal Machine” il mio giudizio si fa ancora più ‘severo’… i defenders di Philadelphia, che si avvalgono della produzione di Stu Marshall, confezionano infatti un album (il quarto full-“length” della loro discografia) estremamente monocorde, che suona uguale praticamente dall’inizio alla fine: us power metal che bands come Aska, Cage, Death Dealer e Empires of Eden (non a caso, nelle ultime due formazioni suona il succitato Marshall) eseguono con più verve e capacità. A parte l’energia in “In Blood we shall fight”, e i ritmi oscuri, molto alla Helstar, di “Tomorrow never comes”, non trovo null’altro da segnalare: un vero peccato.
(René Urkus) Voto: 5/10