(ATMF Records) Parlare di mainstream nel black francese è un azzardo che merita la ghigliottina come pena in caso di errore, eppure con i Corpus Diavolis ci avviciniamo alla parte superiore del sottosuolo, lì dove si comincia ad intravvedere la luce… Badate bene, siamo comunque nel sottosuolo, quindi il black proposto è libero da orpelli e abbellimenti vari, libero da qualsiasi gusto per la pomposità. È ridotto all’osso, al rituale, alle cantilene maligne e al culto di chi sta sotto di noi. Insomma, black vero e sincero come solo le catacombe francesi sanno restituirci, un vortice di suoni neri e pestilenziali, furieri di cattive notizie come una peste in avvicinamento. Certo non si parla di una cattiveria becera, siamo più vicini ai moderni Watain più che agli Inquisition tanto per intenderci, ma il succo non cambia. Forse la chiave di lettura più utile per questi francesi è vederli come punto di partenza per discendere negli inferi, il primo scalino di una ripida scalinata dove il punto di arrivo è il nero in se, senza contorni o riflessi, lì dove risiede il vero black francese…
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10