(Nuclear Blast) Il trio Woody Weatherman, Mike Dean e Reed Mullin, ritrova l’eterno Pepper Keenan. Il chitarrista ritorna in formazione (è un membro dei Down di Phil Anselmo) dopo anni e l’album che ne consegue è sprigionato dalla reazione alchemica tra i quattro che supera le attese. Ovviamente il tutto non ha niente a che vedere con il crossover, niente hardcore, aspetti scomparsi ormai da anni – addio, è stato bello! – nel sound dei nostri. Si è alla presenza del solo metal pompato da stoner e qualcosa dell’hard rock degli anni settanta. “Wolf Named Crow” ti fa pensare fortemente ai Led Zeppelin, oppure “A Quest to Believe (A Call to The Void)” che guarda ai Black Sabbath, come anche “Little Man”. Sembra dunque che “No Cross No Crown” sia il prodotto di una sottocultura, quella strettamente individuale e personale dei quattro statunitensi. Quella che attinge dalle proprie passioni, degli ultimi dieci anni almeno, ma anche da esperienze collaterali. Francamente “No Cross No Crown” non suona come un album degli ultimi Corrosion Of Conformity, eppure sarebbe alquanto difficile però pensare che al pari dei COC, una band qualunque possa concepire qualcosa di altrettanto importante, pur spostando il proprio asse di stile verso musica ampiamente inaspettata. Keenan e Weatherman interagiscono tra distorsioni forti, affilate a volte, compresse in altre, con tocchi di wah wah e di grasse frequenze che pompano il sound. Le loro chitarre fondano il tutto, di questi quattordici pezzi, dove l’aspetto sludge è depauperato da una fonte rock e southern. Il tutto però arriva affinato, lavorato in una maniera più ricca rispetto agli standard di sempre.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10