(Invictus Productions) Quaranta minuti e più per cinque tracce. Ma non parliamo di doom, anzi. Siamo nel territorio del black, quello più spinto ed estremo ma anche quello più elaborato e nichilista, dove la voce sembra strappata da un posto ultraterreno e trapiantata nelle corde vocali del cantante di turno. La chitarra, impastata e distorta all’inverosimile, melodie quasi assenti, se con questo termine si intende una parte del brano ben definita e caratterizzata da una certa quiete. No, qui si trovano sfuriate lunghe e soffocanti, dove si può benissimo assaporare la rabbia, che trasuda da ogni singola nota, il tutto a formare un debutto convincente, che dà chiaramente la sensazione che dietro al progetto ci sia qualcuno che ha le idee ben chiare su dove si vuole andare a parare. Un disco che punta alla concretezza, pur non tralasciando atmosfere e pathos tipiche del black più epico.
(Enrico MEDOACUS) Voto: 8/10