(Made In Germany Records) Tre lustri a suonare un discorso, un ragionamento e le sue inevitabili evoluzioni. I tedeschi Counter-World Experience siglano il sesto album, con la presenza di qualche ospite di prestigio. “Pulsar” si basa su un metal espresso con la mentalità jazz e progressive. Il titolo poi rasenta anche quell’alone di futurismo, di sperimentazione e di cosmo da esplorare che pure è alla base di certe ambientazioni dell’album. “Pulsar” è piacevole, stimolante per le sue progressioni e attraverso una qualità sonora impeccabile, pur tuttavia è anche vero che i brani esprimono da subito un tema principale, attraverso un riff portante o un ritmo ben definito e a quel punto ecco che il resto è una divagazione dei vari musicisti. In buona sostanza i CWE esprimono all’unisono o individualmente una forma libera e la cosa è per l’appunto molto jazz. All’ascoltatore poi non occorre aspettarsi chissà quali evoluzioni legate allo sviluppo del brano. È il singolo musicista, lo strumento, a dare una voce diversa, una voce in divenire su un manto sonoro che è standard dall’inizio alla fine del brano. Atteggiamento jazz, prima ancora che progressive o metal, ma resta un qualcosa che esprime della musica veicolata verso atmosfere esplorative e a tratti eleganti. Gli ospiti sono Steve DiGiorgio e il suo basso fretless in “Alpha Serpentis” e poi Hannes Grossmann, batterista per tanti, come gli Obscura ad esempio, in “Cygnus” e la chitarra di Fountainhead, cioè Tom Geldshläger (Obscura, Nader Sadek, tecnico in studio per molti), in “Helios”. Tre partecipazioni ben incastonate in questo jazz metal chiaro e quanto meno brillante.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10