(Napalm Records) Sono passati quattro anni dal precedente “Existence Is Futile” (recensione qui), un disco che io stesso recensii con il massimo dei voti tuttavia non ricordando un singolo brano di quel disco, tanto che a un loro concerto non penso potrei cantare roba del penultimo come canto pezzi da “Cruelty and the Beast” o altri album iconici. “Existence Is Futile” fu sicuramente un disco pazzesco, ma solo un altro ottimo disco della band di Dani… ed è proprio qui che “The Screaming Of The Valkyries” fa la differenza: un album che si fa ascoltare, che mi piace ascoltare, che racchiude ogni dannato singolo dettaglio indimenticabile della storia dei Cradle, dai blast beat alle keys sovrastate da angeliche voci femminili, dagli assoli che appartengono ad un metal più tradizionale alla voce schizoide del frontman! Sembra quasi un ritorno a fine ’90 o inizi 2000… pare sia tornata l’ispirazione del teatrale “Cruelty…” o dell’oscuro “Midian”! Premere play su questo “The Screaming Of The Valkyries” scatena energia pura, una potenza di fuoco, una grinta micidiale, una sensazione pura e animalesca che la band inglese non è stata più in grado di trasmettere nei recenti anni. Subito aggressiva, oscura e melodica “To Live Deliciously”, provocante “Demagoguery”, decisamente heavy e ricca di groove “The Trinity of Shadows”. “Non Omnis Moriar” è dannatamente seducente: quelle keys, un Dani che gioca nei range della sua voce schizoide e l’irresistibile duetto con la voce femminine, rendono questo brano un esempio superlativo del marchio di fabbrica della band del Suffolk. “White Hellebore” ha un tiro pazzesco, un brano che riporta in vita i morti… per sedurli e trascinarli nuovamente negli inferi grazie ad un altro perverso duetto delle due voci poi incalzato da una chitarra solista pericolosamente affilata; e come se non bastasse, segue un’irresistibile “You Are My Nautilus”: pulsante, incalzante, un livello teatrale stupendo, assoli dal gusto virtuoso, per un brano che ti travolge senza ritegno. Diabolica “Malignant Perfection”, con le tastiere inquietanti (che strizzano l’occhio a vecchi capolavori della band), con la voce particolarmente deviata del frontman, i cori femminili, il parlato femminile, ed una progressione trionfale. In chiusura una graffiante “Ex Sanguine Draculae” e l’epilogo rappresentato da “When Misery Was a Stranger”, brano con molta chitarra ed una evoluzione dal gusto indiscutibilmente epico. Ricollegandomi al testo che scrissi in occasione di “Existence…”, se “Cryptoriana” risvegliò quei sensi proibiti, se “Existence Is Futile” riuscì ad andare oltre, ecco che “The Screaming Of The Valkyries” rimette tutto in ordine: le orchestrazioni sono meno pompose e più efficaci e teatrali, i giochi delle voci più coinvolgenti, gli arrangiamenti meno grandiosi ma più penetranti, con gli strumenti in bella vista… con un allontanamento dall’impatti globale a favore di un heavy metal estremo più legato alle origini, dando massimo spazio al quell’irresistibile senso di malvagità e demoniaco piacere erotico. Se poi aggiungiamo la line up arricchita dal nuovo chitarrista Donny Burbage (Æther Realm) e dalla nuova voce femminile (e tastiere) Zoe Marie Federoff (la moglie di Ashok l’altro chitarrista della band), rende questi Cradle of Filth MMXXV una macchina infernale ai livelli degli anni d’oro! Disco DA AVERE!

(Luca Zakk) Voto: 10/10