(Les Acteurs de L’Ombre Productions) Debuttano i francesi Crépuscule d’Hiver, dopo un demo uscito nel 2018. Black metal di palese stampo medioevale… un altro un legame ferreo tra il genere e l’epoca considerata tra le più oscure degli ultimi due millenni, sicuramente anche per la diffusione di una egemonia religiosa travolgente. La band è sostanzialmente una one man band capitanata da Stuurm, anche se il musicista e compositore si fa affiancare da NKLS (degli In Cauda Venenum) per la sessione ritmica (batteria e basso, precedentemente registrati elettronicamente dallo stesso Stuurm), ma l’impatto e la ricercatezza sonori sprigionati da questi settanta minuti epici e pregni di oscurità, fanno pensare ad una band nella quale ogni membro inietta il suo particolare stile. Non solo le chitarre sono elaborate e sostenute da ottime keys, ma anche le linee di basso sono veramente intense, oltre alle vocals che prevedono un growl depressivo alternato a un corale molto inquietante ed appassionante. Emergono strumenti etnici, synth atmosferici ed è chiaro che la radice dungeon synth è molto presente, anche se ogni brano è arricchito di riff poderosi, vocals violente, mid tempo incalzanti, confermando quella sensazione che dietro ai Crépuscule d’Hiver sembra celarsi una band al completo. Ed infatti scavando nel profondo, emerge che ci sono diversi ospiti: cori e voci di un certo Hexēnn, chitarra acustica di Aker (Jean-Philippe Pousse, delle one man band Aker e Akerius) e Wÿntër Ärvn (Simon Brette degli Aorlhac), assoli di Vettekult ed infine cori e voci di Spellbound (Florian degli Aorlhac). Con questo bagaglio di artisti più o meno noti nei meandri della scena underground, è palese che il progetto di questa one man band, tanto voluto dall’etichetta, assuma una dimensione molto più ampia, corposa e coinvolgente. Dopo quell’intro perfettamente ubicato nel tempo, intitolato “Que Gloire soit Nôtre!”, è con “Le Sang sur ma Lame” che la band dimostra l’essenza della quale è composta: black, folk medioevale, atmosfere, campi di battaglia e gloria di corte, in una poderosa descrizione scenografica, sempre impattante e coinvolgente, glorificata dalla voce femminile. “Héraut de l’Infamie”, in versione rivista dal demo del 2018, è dinamica, pulsante e teatrale, “Tyran de la Tour Immaculée” si addentra attraverso percorsi sonori interessanti, mentre l’altra revisione del demo, ovvero “Le Souffle de la Guerre”, conferma la bontà di questo progetto fin dagli albori, regalando forse una delle migliori tracce pagan black del disco. L’introduzione “Les Larmes d’un Spectre Vagabond” apre il cammino della conclusiva title track, un pezzo dove il black viene esaltato a fianco di un sublime dungenon synth, dando vita ad una dimensione sonica poderosa e accattivante. Campi di battaglia e fortezze inespugnabili avvolte da nebbie senza tempo. Richiami all’epoca medioevale di bands quali i Satyricon. Old school e modernità, tendenze epiche e decadenze malinconiche. Medioevo rivisto e fantasy senza limiti. Black e dungeon che non sono più due entità separate ma un’unica poderosa forza d’assalto. Intensità d’altri tempi. Lontani dallo standard francese in materia di black metal. I Crépuscule d’Hiver sono un ponte di collegamento tra un black di altri tempi e la modernità della musica estrema.
(Luca Zakk) Voto: 8/10