(Time To Kill Records) Il nome della band farebbe pensare a qualcosa legato al crossover, mentre la copertina riporta aspettative tipo horror metal o doom… Tutto sbagliato! Le battute inziali di “Trashed” sono una sorta di intro dall’atmosfera cupa, densa di suspence, poi lascia spazio a un sound marcatamente thrash/groove metal. Il cantato è tra un harsh ringhiante e un semi-growl. Durezza ostinata del thrash metal, suoni cupi e densi di groove anche per via di plettrate gonfie e ribollenti, nonché accelerate sparate a mille che appunto rendono Criminal Madhouse Conspiracy più estremi un po’ nel verso dei Pantera e melodicamente a tratti lievemente alla Metallica. Il merito ascrivibile ai Criminal Madhouse Conspiracy è quello che in neppure 27’ di durata dell’album, squadrano un sound dunque in maniera robusta e con un suo carattere, come dimostrano certe sortite soliste delle chitarre che catturano l’attenzione. Sia per la qualità comunque lievemente ruvida dell’esecuzione ma non da meno con i suoi frangenti solisti d’interesse, l’arrangiamento è modulato e altrettanto melodico pur con quel tono ‘serioso’ che sovrasta i pezzi. I Criminal Madhouse Conspiracy hanno inciso dei pezzi brevi o comunque tra gli oltre due minuti e poco meno di quattro, ma la maggior parte di essi non arrivano a quattro minuti. Poco meno di cinque minuti per “The Man Whose Name Was Written On Water” e tra i momenti più esaltanti dell’album. Non si è in possesso dei testi, ma ‘colui che scrisse il suo nome sull’acqua’ dovrebbe essere il sommo poeta John Keats. Questa canzone poi è preceduta dall’intraprendente strumentale “Desert Storm”. Album interessante con una registrazione che appiattisce e ingabbia troppe cose. Considerazione però che piacerebbe restasse a margine, perché una band underground che esordisce con questo materiale contenente riff e assoli, ritmiche volubili, un cantato con un suo timbro e stile, un basso che accentua il groove, soprattutto ha il merito di proporre un insieme musicale senza bombardare l’ascoltatore con infruttuose e pretenziose lungaggini, sia in durata dei pezzi e sia nel totale dell’album, è una prova incoraggiante e con fiduciose aspettative per il futuro della band.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10
QUI è possibile ascoltare i pezzi dell’album.