(No Remorse Records) “Reborn”, del 2016, non mi aveva impressionato; il ritorno dei retro-power metallers greci Crimson Fire è sicuramente più solido, ma alla band continua a mancare qualcosa. Mi sembra infatti che gli ellenici si limitino, un po’ scolasticamente, a suonare vintage a tutti i costi… senza emozionare veramente. La opener “Judas” è una cavalcata in odore di NWOBHM; sognante hard’n’heavy di scuola americana per “On the Edge”, cori alla Def Leppard d’annata per “Fire below”. Mid-tempo sempre dall’atmosfera sospesa per “Set the Night on Fire”, ma il brano migliore del lotto è “Eye of the Storm”, ancora su tempi medi ma con un grande pathos e un assolo conclusivo di tutto rispetto. La fine del disco è più energica, prima con il power di “Chasing Time” e poi con il ritorno ad atmosfere galoppanti con “Walking into the Light”. Tutto è al suo posto in “Another Dimension”, eppure il disco manca di incisività; se non siete avvezzi a queste sonorità fra power e hard’n’heavy potete certamente dare un ascolto, ma ci sono sempre i grandi classici immortali a disposizione…
(René Urkus) Voto: 7/10