(Black Widow Records) Una copertina stile liberty, da puro rock anni ’70, incornicia il secondo disco dei Crowned in Earth, progetto quasi del tutto in solitario dell’inglese Kevin Lawry, impegnato in diversi altri ensemble doom metal. E un doom involuto e a tratti sardonico, che non disdegna contatti con la psichedelia e l’occult, è appunto quello che si trova in questo “Vortex of earthly Chimes”, titolo davvero evocativo, fra i migliori che si potevano scegliere per un album con queste atmosfere. Soltanto cinque i brani in scaletta, ma tre di questi superano i 10’ di durata: a cominciare dall’iniziale “Ride the Storm”. A dispetto del titolo, il brano è (ovviamente) lentissimo: un organo inquietante fa capolino qui e lì nei primi minuti, e un flauto gli fa da controcanto negli ultimi, il che conferisce al tutto un’atmosfera classicamente sabbathiana e comunque legata al rock degli anni ’70. “Watch the Waves” ha effettivamente un andamento sognante e vagamente ondulatorio (stavolta in piena fedeltà al titolo), con grandi tassi lisergici e da occult rock (dovuti soprattutto ai synth della seconda parte della canzone). I due brani centrali, i più brevi, sono anche i meno originali: “World Spins Out of Key” e “Winter Slumber” manifestano chiari toni rock settantiani basati anche su chitarre distorte… gradevoli, ma niente di che. Molto interessante, infine, la conclusiva “Given Time”: dopo circa 4 minuti monolitici è ancora una volta l’organo a introdurre velocità e straniamento nel sound. Se siete rimasti ancorati alle sonorità sopracitate, mi sembra che i Crowned in Earth le riproducano con maggior fedeltà rispetto a tanti altri appassionati.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10