(UKEM Records) Viking metal! Quante formazioni, nel 2020, suonano VERAMENTE viking metal, cioè quello delle origini, cioè quello di Bathory, dei Mythotin, degli Einherjer, di Falkenbach? I Cult of Frey sicuramente! Nati come reincarnazione degli Sleipnir, gli inglesi ci investono con 73’ che si collocano dove “Nordland II” si era fermato. Voci pulite, suoni solenni e lenti interrotti da momenti di furia sonora, scenari musicali puramente bathoriani: è la opener “We were born of Odin (Once we were Kings Part 3)” (anche i titoli sono lunghissimi…). Oltre dodici minuti e synth assoluti protagonisti nella fluviale “Lament of the Fallen”; quattro accordi acustici, ma incredibilmente evocativi per “Northwind (Carry him Home)”, che per i cori finali non avrebbe sfigurato in “Twlight of the Gods”. Marziale e sontuosa “Ten Thousand strong”, poi i 18’ conclusivi sono occupati dalla diade “Life in the Shield Wall” e “Death in the Shield Wall (Song of the Ravens)”, con la seconda che raggiunge il massimo dell’epicità del disco nel momento in cui indovino che le porte del Valhalla si aprano ai guerrieri morenti. I Cult of Frey, con tutti i loro limiti dovuti alla scars(issim)a originalità, sono manna dal cielo per i puristi delle origini!
(René Urkus) Voto: 7,5/10