(Season Of Mist) Il 2020 è stato sicuramente un anno funesto per tutto il genere umano. I disagi e le difficoltà causate dalla pandemia hanno causato non pochi problemi, dentro e fuori il mondo musicale. In casa Cynic, l’anno scorso è stato addirittura drammatico, a causa della morte prematura di Sean Reinert e Sean Malone, due elementi fondatori della band statunitense. Un duro colpo, che sembrava quasi ovvio portare allo scioglimento della band. Ma Paul Masvidal, mente e leader del progetto Cynic non si è perso d’animo, regalandoci questa gemma di rock progressivo unica nel suo genere. È incredibile come ogni album targato Cynic risulti estremamente diverso dal precedente, conservando allo stesso tempo tutte le caratteristiche stilistiche che rendono la band riconoscibile sin dal primo riff. Il penultimo full length “Kindly Bent To Free Us” aveva totalmente abbandonato gli ultimi residui di metal estremo in favore di melodie molto accessibili che a tratti mi portano alla mente i migliori Caravan. “Ascension Codes” va nella direzione opposta: le sonorità sono più fredde, claustrofobiche, quasi space rock. Le voci sono totalmente filtrate, creando un’atmosfera densa, difficile da penetrare se non dopo molti ascolti. Gli stacchi jazz, lounge e new age predominano sulle comunque incisive partiture distorte. Di certo non è un disco da sentire distrattamente mentre si sta pulendo casa. “Ascension Code” richiede estrema attenzione, va ascoltato più volte in cuffia per coglierne appieno ogni singola sfumatura. Un disco che cresce con gli ascolti, fino al punto di non poterne fare più a meno.
(Matteo Piotto) Voto: 9,5/10