(Chaos Records) Dal punto di vista musicale, Seattle rappresenta da sempre una zona di primaria importanza. Nota per la scena grunge degli anni ’90, la città dello stato di Washington ha dato i natali anche ad alcune gloriose metal band come Queensrÿche, Sanctuary e Metal Church, mentre oggi, insieme ad altre località tutte situate nella PNW, vede formarsi una nutrita schiera di formazioni dedite al death metal, come Triumvir Foul, Cerebral Rot, Mortiferum e l’oggetto di questa recensione, Cystic. Inizialmente votata a sonorità più vicine al punk/hardcore, la band sterza decisamente verso il death metal con l’entrata in line up del batterista Julian Rhea, già con i citati Mortiferum, il quale ha portato un bagaglio di influenze che spaziano dal doom al black metal, rendendo il sound decisamente più pesante e cupo, non lontano da certe cose dei Cruciamentum, nome non casuale, visto che il mastering è affidato a Daniel Lowndes, voce e chitarra dei Cruciamentum stessi. Il difetto principale di questo debut album è una certa omogeneità che rende i brani tutti simili tra loro al punto che, se presi singolarmente sono tutti di ottima fattura, ma nel complesso rischiano di annoiare l’ascoltatore. Le qualità per fare bene ci sono tutte, ma per il futuro urge un bel po’ di varietà in più.
(Matteo Piotto) Voto: 6,5/10