(autoprodotto) Cinque musicisti raccolti sotto un nome che gioca con la modernità e la tecnologia. D8 Dimension sono un collettivo industrial o giù di lì che abbina riff possenti di natura metal a sortite elettroniche, sviluppate da synth e suoni vari. Dopo “Octocrura” (QUI recensito) la band affina le proprie sonorità, gestendo questo nuovo lavoro con ritmi ben studiati e un riffing vario. L’elettronica cinge il tutto, decora, si inserisce oppure alimenta l’atmosfera generale. Un’atmosfera futuribile, proiettata verso sonorità d’avanguardia. “ProGr 0” non rivolta i canoni dell’industrial o dell’elettronica e neppure permette al metal di fare un passo avanti, l’album brilla però per essere costruito con cura, attraverso arrangiamenti dei pezzi nei quali, e questo forse è il vero merito dei D8D, si passa da una sezione all’altra di essi, tenendo constante l’atmosfera generale e lo stile, senza sembrare che ogni canzone sia una cucitura di parti differenti quanto i generi che le costituiscono. Il metal dei D8 si fonda sul genere alternative-nu metal e questo vuol dunque dire riff sparati, semplici anche spartani se vogliamo ma di sicuro effetto. Testualmente la band si avvicina a situazioni contemporanee, come il disastro di Fukushima, ma anche all’individuo, a come può pensare la mente dell’uomo ed anche attraverso elementi filosofici, anche se è la tecnologia lo spettro o il tema ricorrente nelle parole di Tepe. La band pare abbia impiegato tre anni per assemblare tutto il materiale e per quanto “ProGr 0” sia stato costruito nello studio privato dei D8D, missaggio, mastering e tutta la post-produzione è stata curata fuori da esso. Alla fine “ProGr 0” non suona come una super produzione di una qualche major, ma è qualcosa di più che un prodotto underground. Considerando poi che qualche buona canzone fa capolino tra le dieci, alla fine è certo che i D8D sembrano esseri aspiranti maestri di tali sonorità nel nostro paese.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10