(Iron Bonehead) Gli svizzeri Dakhma si sono evoluti parecchio dall’ultimo lavoro, aggiustando il tiro e raggiungendo una maturità compositiva che salta subito all’occhio per le sue peculiarità. Nello specifico, il suono si è fatto molto più rituale e la complessità delle composizioni ne ha risentito in termini di lunghezza. Non deve quindi sorprendere che ben cinque delle sette tracce proposte superino i dieci minuti. Dicevamo, il suono si è sgrezzato senza però perdere nulla in termini di pesantezza e aggressività. Permane infatti quella vena death tipica di alcune produzioni estreme che strizzano l’occhio al brutal e al gore, pur essendo tuttavia quest’album un concentrato di tecnica e sperimentazione sonora molto ben amalgamato e sufficientemente vario da tenere l’ascoltatore sempre in stato di attento ascolto. Un lavoro potente ed oscuro, in grado di catturare su cd l’atmosfera malsana e marcia che si cela dietro quello che più che un genere musicale è quasi un culto. Per autentici adoratori.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10