(Andromeda Relix) Terza prova in studio per Damn Freaks, band fiorentina che si presenta in formazione pesantemente rimaneggiata: al posto del cantante Jacopo Meille, famoso per essere anche l’ugola dei Tygers Of Pan-Tang, troviamo Giulio Garghentini, proveniente dai Dark Horizon, mentre l’esperto Alex De Rosso (Dark Lord, Dokken) sostituisce alla chitarra l’uscente Marco Torri. Con due artisti dalla così spiccata personalità è abbastanza normale aspettarsi uno stravolgimento nel sound della formazione toscana, cosa che è avvenuta solo in parte: l’album presenta infatti due anime distinte, con la metà iniziale decisamente heavy ed incalzante, mentre la seconda parte è maggiormente melodica, ruffiana e radiofonica, pur mantenendosi rocciosa come l’hard rock comanda. “The Land Of Nowhere” mette in mostra tutto il repertorio di Alex, tra riff potenti e grandi assoli, tecnici e melodici e sempre al servizio della canzone, mentre la voce di Giulio svetta su toni alti. “Where Is Love” è solida, sostenuta dal drumming semplice ma massiccio di Matteo Panichi, mentre il basso pulsante di Claudio Rogai conferisce quel groove avvolgente ed accattivante. “My Resurrection” si apre con un riff orientaleggiante che sfocia presto in un brano melodico, tra arpeggi acustici e buoni assoli, mentre “You Ain’t Around” è una ballad malinconica che fa da spartiacque tra le due anime dell’album sopra descritte. Da qui in poi infatti, le influenze di Cinderella, primi Bon Jovi ed i Dokken più melodici si fanno predominanti, ma questo non vuol dire che i brani siano mosci, solo che soprattutto le parti vocali sono alla costante ricerca del ritornello vincente, che si incolla al cervello per non andarsene mai più, cosa che avviene con successo in occasione della splendida “My Time Has Gone”. Un album che conserva intatto lo spirito dei fantastici anni ’80, suonato con grande passione e classe innata.
(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10