(Massacre Records) A ben cinque anni da “The valiant Fire” tornano gli inglesi Damnation Angels: per quanto i fasti del debut rimangano irragiungibili, stavolta i gothic metallers albionici hanno fatto un lavoro coi fiocchi! Cool e ben prodotta la opener “More than Human”, da qualche parte fra i Kamelot e i 69 Eyes; la titletrack ha un appeal radiofonico invidiabile, e anche “Our last Light” è una power ballad in crescendo che quasi si esita a definire metal… certamente più tosta “Rewrite the Future”, che può far pensare ai Serenity di qualche anno fa, mentre “Fractured Amygdala” contiene una progressione strumentale di tastieroni dal taglio cinematografico. La suite “Remnants of a dying Star” si prende 13 minuti: a una prima parte che può ricordare la sinfonicità degli Epica segue un break da soundtrack molto d’effetto, quindi il brano avvia una convincente progressione che ci riporta al tema da cui il brano è partito. La chiusura è affidata a “A Sum of our Parts”, un pezzo acustico che si avvicina a quanto proposto dai (pen)ultimi Anathema. Un disco ammiccante ma ben concepito e ben prodotto, per chi nel metal cerca soprattutto emozioni cinematografiche e scenari sontuosi.
(René Urkus) Voto: 7,5/10