(Cold Raw Rec.) Var e Shaks erano parte dei Subterra Demort e ai due a un certo punto venne voglia di misurarsi con qualcosa di diverso. Qualcosa di più estremo e che si rapportasse al male e all’occulto. Lo pseudolibro “De Vermis Mysteriis” ha dato molti suggerimenti ai due musicisti russi per attuare questa visione dell’estremo e tra questi anche il nome, l’arcidemone Dargonomel. La storia ha portato il duo (ora un trio) a questo secondo album dalle fattezze malvage, incastrate in un blackened death metal ben curato, suonato con selvaggia maestria e più di ogni altra cosa attraverso atmosfere lugubri e spaventevoli. Il tutto è macinato con velocità quasi sempre sostenute, dove il drumming non è contachilometri di queste raffiche, ma semmai un contrappunto o un sostegno, dipende dalle situazioni. Sono le chitarre a dare l’indicazione sulle velocità, anche attraverso assoli sempre ben calibrati, ottimamente capaci di comunicare melodia ed estremismo insieme. Qualcosa di perverso e abietto si manifesta nelle note, ma il lezzo di magia nera divampa in una nube acre e insalubre. Come dei Belphegor meno neri e meno isterici, ma altrettanto spietati. Capaci di variare il sound, passando in intermezzi dall’epica drammatica, dal carattere sofferente e con un sano sfogo di pulsioni demoniache. Cose come “Signore del caos, padre mio. Lascia bruciare, ogni mortale all’inferno. Il tuo volto verrà riflesso nel mio cuore per sempre” sono l’esempio di un messaggio opposto a ogni umana rassicurazione. Sono parole che invocano un nichilismo figurato, ma pur sempre invocato. Questo è il messaggio testuale, non da meno quello strettamente musicale, ma quest’ultimo possiede una qualità esecutiva sublime.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10