(Hammerheart Records) Esordio alquanto grazioso dei Dark Driven, il primo album dopo due anni di piccole pubblicazioni e una militanza parallela o in passato da parte di alcuni, in formazioni come Satanic Slaughter, Höst, Salem. Un trio svedese, con il batterista Nir Nakav di nazionalità israeliana, però anche lui incline alla scuola svedese. I Dark Driven hanno una vicinanza ai Katatonia di un tempo e principalmente al gothic, suonandolo però con quelle belle distorsioni fragorose appunto di chiara marca svedese. Malgrado ciò si distinguono le loro sonorità malinconiche attraverso un suonare vibrante oppure struggente, energico a volte, variegato nella maggior parte dei casi. Tutto è il prodotto tra parti melodic death metal unite ad altre di natura gothic, quest’ultimo è malinconico ma non depresso. I brani sono tra i quattro e cinque minuti di durata e seguono una struttura spesso variabile. Le canzoni non sono alla ricerca forzata del ritornello a effetto, con le chitarre di Filip Leo e Joakim Rimhagen a essere le vere protagoniste. Esse infatti creano un fluire di trame con buoni arrangiamenti e cambi melodici. Leo è anche voce e bassista, valente chitarra solista nel fraseggiare e creare contrappunti, rispetto alla ritmica di Rimhagen. Entrambi però usano tastiere inserite a completare un quadro stilistico e melodico piacevole. Il mixaggio e masterizzazione dell’album sono di Dan Swanö e si apprezza molto il suo lavoro, come del resto la produzione degli stessi Leo e Rimhagen.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10