(Rockshots Records) In Italia abbiamo un ristrettissimo quanto meritorio gruppetto di band che suonano heavy/epic metal: si tratta di realtà davvero di nicchia, ma sempre in grado di creare trame sonore e scenari del tutto peculiari. I Dark Passage vanno certamente inclusi in questa famiglia, assieme a Holy Martyr (soprattutto gli ultimi, quelli più cupi), Darking, Etrusgrave, e per i motivi che leggerete anche Sangreal e gli inarrivabili Martiria. Il disco, il debut di questa formazione torinese, peraltro un concept sulla Scozia medievale, procede secondo una alternanza pressoché perfetta intermezzo – brano: ma sarebbe un errore trascurare i primi, ad esempio “The Father and the Son” ha il fascino senza tempo degli Adramelch, e “Royal Breed” ha una chitarra acustica che emoziona. Seguiamo in ogni caso la scaletta: “Heavens Bent” è un epic metal tirato, a tratti ruvido, marziale e con qualche elemento medievale (come le cornamuse a metà brano – ecco perché chiamavo in causa i Martiria). Incalzante e drammatica anche “When I killed the King”, mentre “An Outcast’s Choice” ci delizia con un riff potente e un andamento stentoreo. Vario e stimolante lo strumentale “The Legacy of Blood”, chitarre serrate per la compatta “Crown Prince”; ho pensato ancora agli Adramelch per l’affascinante e maestosa “Charade of Souls”, che riesce pure ad essere legata, nel riffing, al metallo classico. A parte qualche minima lungaggine, una ottima prova di metallo made in Italy!
(René Urkus) Voto: 8/10