(Inner Wound) Non è certo la prima volta che attorno a una bella fanciulla dalla bella voce qualcuno abbia l’idea di costruire un album metal (o quasi)… ricordo ancora con simpatia i pioneristici tentativi di Helena Iren Michaelsen, e non troppo tempo fa mi sono occupato dell’australiana Darkyra Black (QUI). Dark Sarah, al secolo la finlandese Heidi Parvainen, ci prova con questo “Behind the black Veil”: il curatissimo sito internet ci annuncia che si tratta della storia di una donna abbandonata sull’altare che subisce un radicale cambiamento di personalità. L’idea non è neanche male, ma il ‘cinematic metal’ cui la band dice di fare riferimento è tutta un’altra cosa… “Save Me” afferma da subito la dimensione gotico-orchestrale del sound, che farà storcere il naso ai puristi del metal ma è certamente d’effetto. “Hide and Seek” arriva a ricordare atmosfere burtoniane; incalzante “Memories Fall”, presente anche in versione orchestrale. Con “Violent Roses” si entra proprio a teatro, con effetti che a qualcuno potrebbero sembrare stucchevoli, ma non sono invece esenti da una certa intelligenza creativa; per chi desidera atmosfere più metalliche, fra Nightwish ed Epica, c’è sempre “Hunting the Dreamer”. Brio, acuti da pelle d’oca e altri effetti sinfonici (assieme a un buon refrain) in “Silver Tree”; alla accorata “Light in You” partecipa anche Tony Kakko, sempre più presente in progetti del genere (fra gli altri ospiti, numerosi, ci sono anche Inga Scharf dei Van Canto e Jukka Koskinen dei Wintersun). Fra le bonustracks altro momento filmico e pienamente gotico è “A Grim Christmas Story”. Insomma, il risultato finale è pure godibile… ma non venitemi a dire che è heavy metal.
(René Urkus) Voto: 7/10