(Century Media Records) Più oscuri. Più introspettivi che mai. Sempre più ricercati e coscienti della loro arte intensa e ormai unica. La band di Mikael Stanne e del tastierista Martin Brändström (quest’ultimo ormai nella band da 25 anni), con membri tutti nuovi, ha scolpito un disco maturo, un disco che non emerge con singoli immortali, che non cattura con idee fuori dal comune, piuttosto un disco nel quale immergersi totalmente, facendosi trasportare dall’energia compositiva d’insieme, mentre si prova un immenso piacere con i sublimi dettagli degli arrangiamenti, delle piccole cose, delle ricercatezze di altissimo livello ormai diventate marchio di fabbrica di questa potenza svedese. Ecco quindi brani come “The Last Imagination” che risultano incredibilmente possenti, mentre l’aggressività tanto rozza quanto raffinata di “Enforced Perspective” riesce a colpire per il gelido cinismo artistico. Glaciale eppure calda e sensuale “Our Disconnect”, bella la furia cieca ma raffinata di “Unforgivable”, pulsante “Neuronal Fire”, struggente la dark ballad “One of Us Is Gone”. Profonda e lacerante “Wayward Eyes”, rocambolesca e travolgente “A Bleaker Sun”, sognante la conclusiva “False Reflection”. Un disco profondamente ispirato, un disco che propone del death metal melodico pienamente maturo, ricco di varietà, di spunti eccitanti, sicuramente dalle molteplici sfacettatture, capace di una forza tellurica incontenibile. Passione, emozioni, ma anche dubbi… le difficoltà della vita, un mondo sostanzialmente ostile, un generale senso di impotenza… al quale Mikael ha opposto una impetuosa resistenza, fatta di parole, scaturita dalla sublime arte dello scrivere e del comporre canzoni.
(Luca Zakk) Voto: 8/10