(Fiend Force Records / Massacre Records) Sono di Salem, nel Massachusetts, una cittadina nota per i suoi processi alle streghe, inserita nel contesto del New England, luogo caro a scrittori come Nathaniel Hawthorne, proprio di Salem, nonché Howard P. Lovecraft e Stephen King. Elementi che influenzano i testi di questo debut album dei Darker Days che a detta della Massacre Records, si ispirano a band come The Misfits, Blitzkid e AFI. Ecco, di quell’aura gotica nella musica degli statunitensi non vi è traccia. Forse nei testi, non in possesso di chi scrive, però nessun passo oscuro o avvolto di mistero grava nella musica delle undici canzoni e nei poco più dei trentuno minuti generali di “The Burying Point”, dove si assiste al punk reso snello, senza sviluppi particolari, ritornelli nel più classico punk statunitense dei tardi anni ’90. Effettivamente i Misfits sono una effettiva base di partenza per i ragazzi di Salem e la loro spensierata attitudine nella musica, quanto nei testi nonostante il loro aggancio alle storie horror. Batteria martellante e insistente, voce un po’ assonnata nei toni e chitarre che sferragliano il punk melodico con qualche svisata occasionale. “The Burying Point” si ascolta come si butta giù una sorsata d’acqua. Tutte le canzoni sin dall’incipit si capisce come proseguiranno e questo può essere in parte un merito, perché centrando il riff giusto o la melodia accattivante, i Darker Days diventano orecchiabili e fanno presa. In parte la prevedibilità diventa una scontata certezza per ciò che si sta ascoltando. A proposito, TB Monstrosity di Blitzkid e Rod Usher di The Other sono entrambi ospiti vocali, ognuno per una sola canzone a testa.
(Alberto Vitale) Voto: 6/10