(MNRK Heavy) Decimo album per gli statunitensi Darkest Hour, che ritornano dopo ben sette anni di silenzio discografico. Personalmente ho un rapporto di amore e odio con il metalcore, genere che ritengo tecnicamente ineccepibile nel suo saper unire partiture melodeath di stampo scandinavo con soluzioni raffinate vicine al prog, ma che spesso trovo stucchevole per la tendenza da parte di molte formazioni ad infarcire i brani di ritornelli fin troppo melodici e sdolcinati. Fortunatamente, la band proveniente da Washington ha un approccio differente, decisamente più ruvido ed affine con il Gothenburg sound, tra riff di chitarra taglienti, drumming incalzanti e vocals che mantengono una certa aggressività anche nei momenti maggiormente melodici, come nel caso di “One With The Void”, brano atmosferico ad ampio respiro o nell’ipnotica “Mausoleum”, dominata da clean vocals e chitarra acustica, che si alterna a brevi sfuriate ricche di pathos e disperazione. “My Only Regret” è una fucilata hardcore di rara violenza, mentre Societal Bile” chiama in causa i migliori At The Gates. Metalcore di classe, diretto e potente e con un uso intelligente e non invasivo di robuste parti melodiche.

(Matteo Piotto) Voto: 8/10