(Osmose Productions) Una lontana piega del mondo, nel senso di remota, antica. Un luogo dal quale sono passati popoli, storie e forse anche leggende. È il Kirghizistan, da dove arriva un discorso musicale denso di tutte queste significanze antiche. ‘Epic shamanic metal’ è l’etichetta che si sono dati i Darkestrah, dentro la quale dovrebbe albergare tutto l’esotismo dei kirghisi, il concentrato di storie e tradizioni insite nella loro musica e proprio quell’angolo di mondo che domina e fa sentire la propria presenza in ogni flusso melodico e a tratti anche nelle stesse strutture dei pezzi. Il centro dell’Asia emerge in questo sound fatto di black metal e con la cristallizzazione multiforme di altre sonorità, come alcuni passaggi doom ad esempio. In tal modo il black dei Darkestrah assume un aspetto invitante, per via dei suoi cambi di stile o per quanto essi siano tali da produrre situazioni. I testi poi si basano su un poema epico di quella terra, cioè “Manas Destani”. “Turan” produce qualcosa di affascinante e melodicamente capace di narrare e distendere nel tempo un discorso da seguire, vivere e certamente anche da sentire. Oltre cinquanta minuti vissuti tra lo spuntare di suoni, soluzioni e flussi che si alternano tra fasi iraconde e altre modulate o semplicemente fluide nel proprio percorso.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10