(Cyclone Empire) Sto guidando, notte d’inverno, nevica. Il viaggio è ancora lungo. Accendo lo stereo, e decido di ascoltare questi Darkness By Oath, svogliatamente, tanto per farmene un’idea, in fin dei conti li devo pur recensire. Non li conosco, anche se sono in giro da una decina d’anni e sono al terzo album. Non posso conoscere tutti, però il press-kit parla di un death metal melodico, con ispirazione al Gothenburg sound. Il quintetto è spagnolo. Che razza di Gothenburg sound può mai avere un gruppo di ragazzi che così lontano dalla Svezia. Cosa sono poi i generi musicali? Cos’è il Gothenburg sound? Cos’è il death o il black metal? Sono tutte note messe assieme suonate con degli strumenti. Io la chiamo musica. L’autostrada è buia, nevica sempre di più, mi immergo nell’ascolto di questo “Near Death Experience”. Mi sento libero da pregiudizi musicali, libero da ragionamenti sul genere, evito di fare associazioni relative alle somiglianze, o ai passati lavori. Sono puro. Ascolto l’album per quello che è. E mi lascio trasportare, con questo contorno oscuro ed invernale nel quale sto sfrecciando. Aritz Nabarro ha una voce molto potente. Non sento la sofferenza malinconica nel suo growling, piuttosto una rabbia interna, con un tocco di malgavità quasi diabolica. La sua voce è circondata da riff potenti, suoni precisi, fluidi, sempre creativi, sempre ricchi di idee che portano l’ascoltatore verso il concetto del vivere la canzone. Un’ottimo biglietto da visita è “In An Obscure Eternity” che, dopo l’intro, fa capire di che pasta sono fatti questi metallers iberici. Il suono che esce da ‘NDE’ si intona perfettamente con il mio viaggio nella notte, con il paesaggio che mi circonda, mentre il cantante grida tutta la sua furia repressa. Semplice idea: uno strumentale che s’intitola “Holloworld”. Se c’erano dei dubbi sulle capacità di questi musicisti, questi tre minuti sono l’ovvia risposta. “Unequivocal Evil Excitement” impersona forse quella malvagità trasmessa dal cantante, e qui ben condivisa da tutta la band. Cessa di nevicare, e la velocità aumenta, mentre vengo rapito da questa “Fallen Angel Of Death”, traccia molto bella e ben strutturata. Assorto nella guida sento un coro stranissimo, coinvolgente, assolutamente magico: si tratta di “Near Death Experience”, la title track. Un altro urlo rabbioso e finisce questa canzone. Finisce l’album intero. Non finisce il mio desiderio di ascoltare questa band. Attivo il repeat, e premo play. Il mio viaggio è ancora lungo.
(Luca Zakk) Voto: 7/10