(Is it Jazz? Records) Qualcuno cantava “They don’t give a damn about any trumpet playin’ band / It ain’t what they call rock and roll”; a quanto pare ai norvegesi Datadyr, esattamente com’era per i Sultans of Swing, la cosa non sembra interessare minimamente, anzi! A loro non interessa apparire, non interessa assolutamente quale sia il trend, non interessa nemmeno essere rock o prog, essere jazz, essere blues… o essere qualsivoglia altro genere predefinito. Chitarra, bangio, batteria, contrabbasso, percussioni, qualche synth, il sassofono ospite, nessuna voce, nessuna parola. Pulsante e irrequieta la title track “This We Know”, irresistibile “Star Spangled Banjo”, intima, minimalista e riflessiva “Tiny House Small Living”. Malinconica ma sognante “South of Midnight”, delicata “Lotusdance”, super progressiva “Kindling”, a tratti anche legata allo space rock, mentre “Looking for Colorado” si rifiuta di smettere di sognare, offendo ottimismo sotto un velo di complessa mestizia. Interessante il significato socio politico che i tre musicisti vogliono trasmettere, usando cenni di euforia ma anche profonda malinconia: un confronto tra l’America romantica e spesso idolatrata, quella che ha ispirato generi quali jazz, blues, bluegrass, americana e folk, tutti amati ed assorbiti dalla band, e l’America di oggi, quella vera, quella dei giorni nostri, un’America che sembra non essere quella della musica che amiamo, in quanto spesso responsabile di tutto ciò odiamo.

(Luca Zakk) Voto: 9/10