(Autoproduzione) Io proprio non so cosa si mangiano i nativi di quest’ isola, ma evidentemente dentro c’è roba forte… Il quarto disco dei Dawn Of Azazel è di un tirato da far impressione. Probabilmente han composto le tracce mentre stavano scappando da un diavolo della Tasmania, altrimenti non mi spiego tutta questa velocità. I tempi rallentati sono veramente sporadici (“Irresistible Foe”) ma nel contesto molto piacevoli, anche solo per la loro funzione di spezzare la furia del cantante, probabilmente immedesimatosi troppo nel diavoletto sopracitato. I neozelandesi continuano a scalare nuove vette di qualità con il progredire della loro carriera e sfornano il disco più maturo della discografia. Registrato a Tampa (e si sente, potete giurarci), il platter non ha mai cali di qualità come di tensione. Un che di ancestrale e primitivo guida l’ascoltatore dalla prima all’ultima traccia, lasciandolo prima disorientato, poi concentrato nel capire le complesse ritmiche e strutture canzoni. La batteria fa un lavoro encomiabile, così come la chitarra, tagliente e graffiante come non mai. Veramente un ottimo lavoro. Dirompenti.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 9/10