(Autoproduzione) Chitarrista della band death metal Neurosphere, il giovane Marco De Francesco si cimenta, e devo dire con ottimi risultati, nella produzione di un disco strumentale in cui lascia il proprio estro libero da ogni freno di sorta. Ho già scritto in passato (e non sono certo l’unico a pensarla così) che i dischi dei guitar heroes sono sempre pericolosi, perché spesso gli strumentisti si fanno prendere la mano, e i brani finiscono per essere una gara di velocità in mezzo a scale impossibili: con “The Wizard” questo pericolo non si corre, perché il songwriting è sempre equilibrato, e anche perché Marco è proprio bravo, e le note che escono dalla sua chitarra non sono mai fredde né inutilmente sovrabbondanti. Dopo un’intro dalle atmosfere acustiche, “Nuclear Alarm” ha toni decisi, vicini addirittura al power metal ma sempre dotati di quel tocco prog che caratterizza spesso prodotti di questo tipo. La velocità aumenta vertiginosamente con “El Dorado”, che permette al De Francesco di mostrare le proprie doti di virtuoso (sempre – ottima cosa – senza strafare), mentre “Secrets” è un gradevole e intimista episodio acustico. Scampoli di ottimo shred sound nella titletrack, che si sviluppa in un armonico crescendo; “Moonsong” è forse il brano dove la tecnica di De Francesco emerge nel modo più netto e pulito, nel suo svilupparsi senza assurde esagerazioni, ma anche nella capacità di essere originale e creativa. Si chiude del resto con un brano decisamente atipico, della durata di dieci minuti e che coinvolge in modo significativo anche le tastiere (delle quali, peraltro, si occupa lo stesso chitarrista): “Two Days after Disaster” è un affascinante viaggio fra atmosfere e sfumature diverse. Convincono in particolare il solo dopo 3’30’’, fluviale e a suo modo trionfante, e i fraseggi prog-style attorno al settimo minuto. Un prodotto professionale da sostenere (con una back cover forse più bella della copertina stessa!) per un giovane a cui auguriamo grande visibilità.
(Renato de Filippis) Voto: 8/10