(Chaos Records) Mathias Kamijo, da oltre vent’anni negli svedesi Algaion (anche session degli Hypocrisy), si è inventato un nuovo progetto, che conduce tutto da solo, e che ha battezzato Dead Earth dando poi vita a questo album di debutto. Se gli Algaion seguono un black più, diciamo, mediterraneo, questa nuova entità torna al nord, nel death/black più melodico e deliziosamente uggioso, tipico di quei luoghi. Il disco, in verità, è uscito a fine 2022 nei formati digitale e vinile limitato a cura della De:Nihil Records, si orienta ora a un più vasto mercato con l’edizione in CD della prolifica label messicana. Un disco intenso, ricco di rabbia ma anche di malinconia, con arrangiamenti ricercati che mettono in esalto ogni strumento in maniera grandiosa, reparto ritmico in primis. Mathias, tuttavia, non fa veramente tutto da solo, ospitando un ampio manipolo di musicisti e vocalists. Ci sono gli assoli di Toby Knapp (Onward, Waxen) e di Chaq Mol dei Dark Funeral, c’è la batteria di Kim Arnell (Prime Creation, ex Morifade)… mentre i vocalist che si avvicendano sono Henke Forss dei mitici Dawn, Björn Larsson (Mordbrand, God Macabre), Thomas Clifford (Abscession, Throne of Heresy, Angus Norder (Witchery, Nekrokraft) e la favolosa Kristin Starkey degli italiani Temperance. Brani come “Doom, Cerulean” trasmettono passione, in un turbinio di potenza, di riff intricati, di passaggi atmosferici. C’è un senso epico in “Speaking Silence” che si spinge palesemente nei territori dei migliori Therion. C’è ferocia in “Pyres”, c’è poetica disperazione nella conclusiva “Inflation of Kings“. Un album coinvolgente, che impatta da subito crescendo poi ascolto dopo ascolto. Ha avuto sicuramente una buona idea Mathias Kamijo e questo coinvolgimento di ospiti altro non fa che innalzare il livello qualitativo globale.
(Luca Zakk) Voto: 8/10