(De Tenebrarum Principio/Masterpiece) Dalla zona di Rimini arriva il secondo lavoro dei Deadly Carnage, una black metal band che ha nell’indole qualche divagazione stilistica approssimativamente doom/progressive. I pezzi sono di una durata importante e dall’iniziale “Guilt of Discipline” si capisce che i Deadly Carnage hanno un riffing dinamico e non ipnotizzano il riffing. “Parallels” sfiora i nove minuti (troppi, si doveva sottrarre qualcosa al minutaggio) esprimendo un arpeggio acustico che attraversa il brano con impronta gelidamente atmospheric, ma allo stesso tempo suona malinconicamente progressive. Arrivano “Epitaph” I e II, modale black metal con tempi medi e doppia cassa sparata a mille. La seconda parte ripropone l’acustica, ma il lavoro delle sei corde elettriche questa volta è marcatamente intrecciato nella sua struttura. “Growth and New Gods” ha due facce: la prima spedita e la seconda pacata, con chitarre che disegnano scenari e la solista che srotola un lungo e piacevole assolo. “Ceneri” è il momento peggiore dell’album. Preso individualmente questo pezzo conclusivo è gradevole, ispirato al film “Il Settimo Sigillo” di Ingmar Bergman, ne rispecchia l’atmosfera fatalista e medioevale; tuttavia è un brano totalmente avulso dal resto di “Sentiero II – Ceneri”, quel tipo di parentesi che solitamente si inserisce nei lavori black metal che, in alcuni casi, è posta a metà della scaletta spezzandola in due. Tuttavia è uno di quei capricci che si concedono anche nomi altisonanti. L’atteggiamento di questo sound (soprattutto quella dannata batteria registrata, in più punti, troppo alta) rievoca alcune cose dei Darkthrone, ma non è il caso di fare alcun paragone, perché i punti di forza sono i diversi momenti lenti e progressive (inteso come variazioni delle atmosfere). Fin troppo evidente che I Deadly Carnage ci mettano la loro anima in questi pezzi, fin troppo evidente che abbiano un ottimo cantante e siano buoni musicisti; fin troppo evidente che il songwriting dimostri un eccesso di sicurezza. Matureranno ancora e se ascoltate black metal prestate loro attenzione.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10