(Autoproduzione) Con vigore e genuina energia le note di questo EP attraversano i diffusori ed esplodono nell’ambiente. Questi quattro italiani, di Comacchio, Ferrara, si scatenano con dei pezzi potenti, ben strutturati, una personale interpretazione di uno sludge con influenze southern, ma anche thrash. Cinque pezzi ben suonati che concentrano una buona dose di rabbia, nervosismo, violenza, ma anche pensieri profondi, sensazioni cupe, tristezza. Amore ed odio che si inseguono nei riff potenti: pugni che battono, urla di ribellione. Dopo l’introduzione classica, rumori di ricerca di una stazione radio che non c’è, la comunque quale inietta una dose di inquietudine, parte selvaggia la rockeggiante “My Satan”, un pezzo con un groove irresistibile ed un ritornello da imparare, per poi gridare, sputare, durante un live show. Segue “Brainwash”, dove c’è un bel richiamo a sonorità storiche (Black Sabbath), incastrato in una ritmica sludge di quelle trascinanti, robuste, senza indecisioni. La successiva “The Grandfather Is Dead” è invece una pausa riflessiva. Pezzo profondo, cupo, che nel chorus esplode iracondo, portando al grido la preghiera disperata che echeggia durante tutta la canzone. La chitarra, melodica e cristallina, fa sognare, la struttura del pezzo è bellissima. La mia canzone preferita. Chiude questo EP, troppo corto data la qualità del materiale, “Sister’s Screaming”, un blues up-tempo di quelli che scuotono le pietre, il quale sfocia in un finale ritmico molto potente, quasi thrash. Quindici minuti di musica ottima i quali finiscono troppo, troppo presto, lasciando un senso di vuoto che, spero presto, i Deadly Kiss riempiranno con un full length.
(Luca Zakk) Voto: 6,5/10