(Sweden Music Group) MetalHead ha già incrociato (QUI) la strada dei Death Dealer, il supergruppo us power metal che unisce Ross the Boss, Stu Marshall, Mike Davis e Sean Peck… il loro secondo nato non è forse all’altezza del precedente, ma si difende comunque benissimo! Le caratteristiche sonore (e grafiche) sono pressappoco le stesse: metallo grezzo e potente, orientato di base sul power ma felice di acchiappare qui e lì da altri generi. Dopo una intro barbarica, “Gunslinger” spara un heavy/speed tostissimo e priestiano, che nell’assolo cita pure “Il Buono, il Brutto e il Cattivo” di Morricone: Peck dimostra ancora una volta di essere una forza della natura. Quadrata e cadenzata “Break the Silence”, mentre ascoltando “Seance” vedo chiaramente il fantasma degli Helstar… superba “The Way of the Gun”, sapientemente costruita da Ross the Boss su uno dei riff che solo lui sa comporre: davvero un brano manowariano nello spirito (meno nella forma, ma direi che è meglio così!), che si porta l’epica dentro. Martellante, classica e solida “I am the Revolution”, mentre “The Anthem” tradisce fin dal titolo la propria natura di inno rumoroso e autocelebrativo. Di “Skull and Cross Bones” piace soprattutto la speditezza rabbiosa; la conclusiva “U 666”, che vira verso sonorità più cupe e a tratti doomy, si trova ad avere praticamente il chorus in comune con un analogo brano dei Sacrilege. Solo una postilla: che sia una scelta artistica o una svista produttiva, le chitarre furiosamente shred di Marshall sovrastano per quasi tutto il disco le più pacate trame di Ross the Boss. A parte questo, un disco su cui i defenders si butteranno a scatola chiusa.
(René Urkus) Voto: 7,5/10