(Indie Recordings) La norvegese Indie Recordings devo riconoscere che presenta bene la suddetta band. Sono quattro ragazzi che a quanto si racconta provengono da diversi background musicali, ma nella sostanza è il punk il sentimento che prevale. Tuttavia il genere viene visto in chiave moderna, attraverso delle sonorità che vanno dall’alternative punk al grunge rock. Quindi non una proposta fedele al genere, lo dimostrano immediatamente le chitarre che hanno una bella distorsione, chiara e di ferro, ma che ricorda proprio quella dell’ondata di Seattle. A questo va abbinato qualche passaggio di punk che a volte è all’americana, ma dei giorni nostri, e in altre è all’inglese con quei bei coretti da esagitati; quando fanno la seconda cosa (nella title track, ad esempio) i Deathbed Reunion riescono a caratterizzarsi di più. Le chitarre macinano riff su riff, la costruzione dei prezzi non è monotona e in questo senso le chitarre sono continuamente in procinto di partorire nuovi riff, nuove melodie o ad armonizzarsi con quelle già prodotte. Il risultato è che “Obviously Late” lo si consuma tutto d’un fiato. In Norvegia pare stiano spopolando e questi semplici quattro pezzi saranno un buon biglietto da visita fuori dai confini nazionali. Non aspettatevi il punk immediato e raffinato dei Chelsea o quello caotico e grazioso dei Damned, assolutamento no. Siamo nel nuovo millennio e dovete accontentarvi di schitarrate con distorsioni ben equalizzate, energetiche, vincolate comunque a sonorità da ambedue le sponde dell’oceano Atlantico e rielaborate. “Obviously Late” è il secondo EP della band, ottimo per farsi ancora le ossa e abbastanza per incuriosire l’ascoltatore in attesa della pubblicazione più importante, il debut album.
(Alberto Vitale) Voto: 7/1