(Osmose Productions) Il nome della band non è propriamente qualcosa che faccia pensare al black metal, eppure il manipolo di musicisti francesi si votano proprio a quel genere e lo fanno per la seconda volta: “Unlightenment” è infatti il secondo album in studio dopo “Eschatonizer” del 2015. La band si avvale di tastiere per implementare un taglio di natura symphonic per il proprio black metal con scenari che a volte ricordano i primi Emperor. Tuttavia i francesi sono estremamente coinvolgenti quando si lanciano a spron battuto sparando colpi di blast beat in maniera feroce e con il vortice di riff e tastiere che creano turbinii melodici piuttosto ispirati. Un album che vive di tempeste e ferocia, con la scelta di variegare i propri pezzi in fatto di durata, i Deathcode Society infatti impiegano poco meno di sei minuti nell’opener “Scolopendra” e arrivano a toccare gli oltre dieci minuti con “A La Néante”. Notevole “Scales” che in oltre otto minuti tra vortici chitarristici e frenesia della batteria, con tappeti orchestrali, la band mette in scena anche un coro che ricalca uno stile ritualistic e rende tutto magistrale. A tratti i Deathcode Society pigiano sull’acceleratore e le fasi caotiche e distruttive riescono a coinvolgere, anche quando lo fanno attraverso pattern ritmici che esasperano i blast beat fino a regimi scatenati quanto quelli del grindcore. Dopo otto anni, nei quali si è avuta la sola testimonianza live “The Armageddon Carnival” QUI reperibile, i Deathcode Society si ripresentano con uno spirito autenticamente black metal espresso in un album nel quale non vi si palesano sostanziali cali di tensione, mentre la devozione al genere è di una impeccabile tenacia.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10