(Season of Mist) Sono di Pittsburgh i Deathwhite e negli anni hanno sempre nascosto la loro identità. La stessa Season Of Mist dichiara che la band non ha fornito elementi sulla formazione, per quanto poi probabilmente un contratto o degli accordi scritti esistano, ma si rispetti pure la volontà di nascondere se stessi. Dal 2012 a oggi due EP e due full length, segnati dal gothic-doom e soprattutto dal dark metal, come la stessa etichetta definisce la musica degli statunitensi; un sound che ricalca le atmosfere del gothic-doom inglese degli anni ’90. Ascendenze Paradise Lost dei loro primi anni, per esempio, riemergono placidamente anche in questo secondo album del, probabile, trio o quartetto che sia. Un sound quello di “Grave Image” non diverso da quanto fatto in precedenza – la discografia della band è comodamente ascoltabile QUI mentre il primo EP è stato recensito QUI – eppure tutto è ben espresso, suonato. Scorrevoli questi pezzi, con il cantato ben melodico, pacato a tratti riflessivo. I toni sono malinconici, i riff insistenti, ritmati con l’ausilio di un basso che schiocca bene tra le trame decadenti. Ritmi continui, andature che subiscono anche delle buone variazioni. L’opera di masterizzazione da parte dell’eterno Dan Swanö è palesemente adatta al tutto, i suoni sono infatti forti ma levigati al punto giusto. Poco meno di cinquanta minuti “Grave Image”, con la sua aria cupa, la malinconia estesa. Un ascolto che lascia tutti comodi, anche chi è assuefatto ai suoni ombrosi e contemporaneamente alla matrice dark sposata al metal.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10