(Massacre Records) Come già in passato, con album tipo “Thunderbeast” oppure “In der Hölle spricht man Deutsch”, i Debauchery e le loro corrispettive incarnazioni Balgeroth e Blood God, pubblicano un album in tre versioni. I Debauchery incidono dieci canzoni in inglese con voce in growl, poi come Balgeroth le stesse le cantano in tedesco e sempre in growl, mentre come Blood God aggiustano il cantano con modalità scream, anzi alla Brian Johnson o quanto meno una una sorta di parodia. Radicati da qualche anno nello schema delle chitarre pesanti, grosse, opulente che sprigionano riff fruibili, coinvolgenti, per quello che è un metal and roll, poi se prima di metal c’è da mettere death, groove o qualcos’altro questo è a margine. Voce gutturale, growl puro, ritmi spesso calibrati su 4/4 andanti che ben si abbinano a queste marce un po’ monoblocco, certamente vivaci o forse ruffiane, rotolanti, da headbanging. Ricordano concettualmente i Carcass di “Swansong”, quanto una fusione tra i modelli del metal moderno e i dettami di un rock and roll d’altri tempi, per esempio gli AC/DC (in “The Godmachine March to War” oppure in “Monster Metal”), oppure gli ultimi Metallica (“Metal to the Bone”). Il tutto viene filtrato da distorsioni cavernose, buone per del death/thrash/groove metal. Abbiniamo a tutto questo un look da mostri, alieni, creature da Warhammer ed ecco che l’identità della band diventa un cliché artistico ben preconfezionato. Il sound dei Deabuchery è comunque coinvolgente, nonostante un suonare che alla lunga risulta però un po’ ripetitivo o almeno un po’ piatto. Inoltre non si nasconde che qualche riff lancia la memoria verso altre canzoni degli album passati.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10