(Nuclear Blast) I Decapitated vedono la propria storia segnata da un incidente d’auto in Bielorussia, dove si recarono per un concerto, nel quale perse la vita Vitek, il batterista, mentre il vocalist Covan riportò serie lesioni alla testa. Vogg, chitarrista e fratello di Vitek, dopo una breve parentesi nei Vader, decise di portare avanti i Decapitated. Nel 2011 uscì l’album “Carnival Is Forever” e ora “Blood Mantra”, il quale segna un nuovo passo per Vogg e soci. “Blood Mantra” ha preso forma con una produzione eccellente che ha si levigato i suoni, ma ha reso il giusto spessore a queste tirate death/thrash metal cariche di groove e di ritmiche ipertrofiche. Il riffing dei Decapitated non ha niente di nuovo, ricalca la propria storia e modi di essere, oltre a quello di altri (vedi Sepultura, Machine Head, Pantera). Scatti del riffing marcati e doppiati stretti dal drumming, sequenze scandite, breakdown veloci e comunque una generale espressione di forza nelle trame dei pezzi. Diversi i momenti catchy. Interessante e melodicamente accattivante è “Blindness”: poco meno di 8’ con ritmi ossessivi e quasi tribali, riff acido, oscuro, vagamente post-industrial. Una sorta di atmosfera glaciale e cibernetica, chiusa dalla successiva composizione: “Red Sun”, in partica dell’ambient dark e ipnotico. C’è da chiedersi se questi 11’ finali siano un riempitivo o un sincero atto estroso e volutamente diverso dal tono generale delle altre composizioni. Tuttavia il risultato sembra gradevole. “Blood Mantra” presenta la forza dei Decapitated e la loro innata capacità di sapere creare momenti melodicamente accattivanti, il tutto attraverso un sound attuale.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10